L’infertilità maschile a livello mondiale è aumentata in maniera esponenziale in quest’ultimo ventennio. Alcuni studi susseguitisi nel tempo hanno riscontrato una drastica riduzione del numero di spermatozoi negli uomini in età riproduttiva. Il fenomeno dell’Infertilità maschile interessa oltre 45 milioni di coppie al mondo ed è la causa di almeno la metà delle infertilità di coppia.
Ma cosa si intende per Infertilità maschile?
Per infertilità maschile si intende una ridotta capacità riproduttiva dell’uomo che, spesso, è legata a una alterazione del numero o della qualità degli spermatozoi prodotti in ambito testicolare. Normalmente si parla di infertilità di coppia quando è trascorso almeno un periodo superiore ai 12 mesi di rapporti liberi e senza che vi sia stata una gravidanza. La percentuale di coppie affetti da sterilità è nettamente aumentata nell’ultimo ventennio, sia per cause ambientali, sia soprattutto per il ritardo dell’età biologica in cui si decide di avere figli.
L’importanza dell’età, in ottica di fertilità riproduttiva, è molto nota per le donne. Tuttavia, si hanno poche nozioni per quanto concerne il maschio. Anche gli uomini hanno un orologio biologico. Oltre all’invecchiamento, che avviene fisiologicamente, con il passare degli anni si verifica anche un deterioramento dell’apparato riproduttivo maschile, che porta alcune conseguenze sostanziali, tra cui: alterazioni dello sperma, con relativa riduzione della mobilità; un aumento delle lesioni a catena del DNA degli spermatozoi, che si traduce in una infertilità maschile.
Infertilità di Coppia, come identificarla
L’infertilità di coppia è sempre più diffusa, al punto che i centri di procreazione assistita sono decuplicati nell’ultimo decennio. Un fenomeno che punta a dare risposta alla crescente richiesta di coppie giovani e soprattutto meno giovani che desiderano un bambino.
Ogni qualvolta si parla di sterilità di coppia è indispensabile partire con un accertamento uro andrologico del maschio. Questo perché lo studio maschile risulta estremamente semplice: con pochi esami, infatti, è possibile avvalorare la tesi di una sterilità maschile, verificare una possibile sterilità di coppia o, in terza ipotesi, studiare dal punto di vista ginecologico la partner, al fine di identificare una causa femminile.
Le Cause dell’Infertilità maschile
Ma vediamo quali sono le cause più frequenti di infertilità maschile. Dal punto di vista statistico, la causa più frequente di sterilità maschile sembra essere riconducibile al varicocele, patologia estremamente diffusa nel maschio che si presenta spesso in età peripuberale e può aggravarsi nel corso degli anni. Il varicocele è una dilatazione delle vene spermatiche e testicolari normalmente presente nel testicolo sinistro, ma anche bilateralmente. Può alterare fondamentalmente la qualità del liquido seminale o danneggiare il DNA degli spermatozoi, impedendo quindi allo spermatozoo stesso di fecondare l’ovulo. In caso di varicocele, procedendo alla correzione chirurgica si ha un aumento della fertilità della qualità del liquidò seminale e del numero di gravidanze quantizzabile intorno al 25- 40%. Se poi, in caso di varicocele, avviene un aumento di frammentazione del DNA, l’intervento può migliorare nettamente il quadro clinico, diminuendo la frammentazione stessa e aumentando quindi la percentuale di gravidanza.
Altre cause estremamente diffuse sono: le infezioni uro seminali, presenti in caso di infezione o infiammazione della prostata, dei canali seminali o delle vescicole seminali; il criptorchidismo, ossia la mancata discesa dei testicoli nello scroto o la tardiva discesa dei testicoli nello scroto. Questa può essere identificata come causa di infertilità ed emerge, dal punto di vista anamnestico, dalla visita andrologica, che evidenzia una ipotrofia, ossia un’alterazione volumetrica del testicolo o di entrambi. Normalmente l’infertilità maschile è asintomatica e per questo può essere utile un controllo andrologico, atto a rivelare eventuali alterazioni, spesso misconosciute. La visita andrologica è molto importante ma, nella prassi, i maschi sono più restii ad effettuare controlli specialistici, che rimangono spesso fermi ai controlli pediatrici.
Le indagini diagnostiche
Dopo avere eseguito un esame andrologico completo è sufficiente in prima istanza eseguire uno spermiogramma. Questo esame può già correttamente indicare l’esistenza o meno di alterazioni della qualità, della quantità o della morfologia degli spermatozoi e quindi giustificare o meno la presenza della sterilità di coppia. A volte sono necessari studi più approfonditi, che richiedono la necessità di eseguire il Mar test, un test che consente di rivelare la presenza di anticorpi anti spermatozoi sulla superficie dello spermatozoo.
Più complesso è lo studio della infertilità quando ci si trova in presenza di un liquido seminale con caratteristiche di normalità associato a una normalità del quadro ginecologico. In questo caso, può essere utile eseguire un test TUNEL, SCSA, HALO, che aiuta nella identificazione di danni a carico del DNA degli spermatozoi, come la frammentazione. A completamento delle indagini diagnostiche ci si avvale poi di indagine eco-color-doppler scrotale, ecografia prostatico-vescicale, spermiocoltura e urinocoltura per identificare eventuali infezioni delle vie urinarie. Infine, in casi estremi, si ricorre alla biopsia testicolare per valutare la funzionalità dei tubuli seminiferi, dove nascono gli spermatozoi. Il più delle volte, la terapia causale riesce a migliorare nettamente la qualità del liquido seminale.
L’infertilità Idiopatica e il ricorso alla procreazione assistita
Rimane una non trascurabile percentuale di coppie, quantizzabile intorno al 30- 35%, nelle quali si manifesta una tipologia di infertilità idiopatica, ossia un quadro dove non è possibile identificare con certezza la causa e quindi proporre una terapia idonea. Nei casi in cui ci si trovi di fronte a infertilità idiopatica o a gravi alterazioni qualitative e quantitative del liquidò seminale, si può ricorrere alla procreazione assistita, PMA, con metodiche che prevedono l’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo o la fecondazione in vitro con embrio-transfer. Nei casi più seri, in cui non si identificano spermatozoi nel liquido seminale (si parla di azoospermia), si può ricorrere a tecniche di prelievo dello spermatozoo dall’epididimo o direttamente dal testicolo, mediante una procedura di semplice esecuzione, che richiede un semplice Day Hospital.
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