Che cos'è l'idronefrosi? Sintomi, cause e trattamento efficace

idronefrosi

Il termine “idronefrosi” indica la presenza di dilatazione della pelvi renale, una struttura contigua al rene deputata alla raccolta del filtrato renale ovvero alla formazione delle urine. Spesso si associa anche la dilatazione dei calici renali in caso di ostacolo acuto o cronico di urina,  causato il più delle volte da una ostruzione a valle, che non permette un adeguato deflusso del liquido urinario. Questo blocco può riconoscere diverse cause, la più frequente delle quali è la formazione di calcoli renali che possono ostruire parzialmente o totalmente il lume della via escretrice.

L’idronefrosi renale colpisce prevalentemente uno dei due reni e in questi si parla di idronefrosi unilaterale. Quando raramente si verifica una ostruzione bilaterale , l’idronefrosi può bloccare la funzionalità di entrambi i reni, con conseguente idronefrosi bilaterale, che può essere pericolosa per la vita, generando una insufficienza renale acuta. L’idronefrosi non è di per sé particolarmente pericolosa per la vita, ma se non trattata con tempismo, il rene colpito può andare incontro ad una atrofia morfo funzionale fino alla definitiva irreversibile compromissione delle sue funzioni . 

Idronefrosi le cause

Le cause che inducono lo sviluppo di un quadro di idronefrosi sono principalmente la presenza di un ostacolo interno di un tratto urinario o per una compressione esterna delle vie escretrici. In entrambi i casi, l’urina in relazione all'ostacolato deflusso si accumula all’interno del rene provocando una stasi e una conseguente infiammazione sia renale che perirenale.

 Cause comuni nel sesso maschile, sono l’iperplasia prostatica benigna e il tumore alla prostata. Il progressivo incremento del volume prostatico finisce con il comprimere l’uretra peniena, riducendo sensibilmente il flusso di urina fin anche a bloccarlo. Questa condizione urodinamica, produce una evidente stasi in ambito vescicale, con aumento delle pressioni, che si trasmette successivamente al rene.

Cause comuni al sesso femminile sono la gravidanza, l’utero ingrandito può comprimere bilateralmente gli ureteri provocando una conseguente stasi urinaria. Lo stesso accade in caso di neoplasie della pelvi e degli organi in esso contenuti.

Motivazioni legate a processi patologici comuni ad entrambi i sessi sono usualmente la presenza di calcoli renali che si formano all’interno del tratto urinario per precipitazione dei sali minerali disciolti nelle urine e che, occludendo l’uretere, riducono o bloccano il fisiologico deflusso di liquido che finisce col ristagnare.

Idronefrosi conseguenze e i sintomi

L’idronefrosi il più delle volte si presenta come riscontro occasionale in corso di indagini, quindi asintomatica, ma può ingenerare danni severi alla funzione renale fino alla sua perdita funzionale.

Quando sintomatica, l’idronefrosi si presenta con dolore improvviso o gravativo nella regione lombare, accompagnata da disturbi gastroenterici come nausea e vomito. In casi gravi, può comparire la febbre quale indicatore di complicanze infettive.

Idronefrosi diagnosi

Quando si presenta con sintomatologia, il paziente deve sottoporsi quanto prima ad una visita specialistica dal medico urologo, il quale effettuerà la diagnosi ricorrendo ad esami specialistici quali ecotomografia, TC o Risonanza Magnetica.

L'idronefrosi viene classificata in gradi . Nei casi di idronefrosi di primo grado o di idronefrosi di secondo grado, può essere gestita con un atteggiamento di attesa e una terapia farmacologica. In situazioni cliniche di alta complessità con ostruzioni significative , sarà necessario optare per una terapia di tipo chirurgico per ripristinare il corretto funzionamento del tratto urinario.

Idronefrosi trattamento

La maggior parte dei calcoli ureterali viene espulsa spontaneamente specie se si tratta di formazioni di pochi millimetri. In presenza di segni di infezione come febbre alta, aumento dei globuli bianchi, si consiglia un ricovero immediato con eventuale drenaggio del rene tramite un piccolo catetere renale o ureterale per evitare l'insorgenza di una sepsi, dalle conseguenze spesso anche estremamente gravi.

Per favorire l’espulsione spontanea del calcolo, si propone un trattamento atto a favorire la progressione verso l’esterno del calcolo, con idratazione, attività fisica farmaci antiflogistici in associazione a farmaci alfa-litici , che provocano un rilasciamento della muscolatura liscia ureterale terminale, favorendo l’espulsione del calcolo.

idronefrosi diagnosi risonanza magnetica

 

 

 

 

 

Trattamento endourologico

L’ureterolitotrissia laser (URS), è una metodica di chirurgia endoscopica, mediante la quale avviene la frantumazione di calcoli posizionati nell’uretere, che sono quelli potenzialmente più pericolosi, potendo indurre una ostruzione delle vie urinarie. Si tratta di una metodica mini invasiva e tramite un piccolo endoscopio che permette di raggiungere il calcolo, avvalendosi di una fonte di energia laser, si realizza la polverizzazione della formazione litiasica, permettendo il ripristino immediato della funzione renale e la dimissione entro 24-48 ore.

La nefrolitotrissia percutanea, il cui acronimo è PCNL ,è una tecnica endoscopica che permette la frantumazione diretta dei calcoli renali. La PCNL rappresenta l’opzione principe per il trattamento di calcoli renali di grandi dimensioni che superano i 20 mm o in caso di litiasi associata ad anomalie reno ureterali che non consentirebbero il passaggio dei frammenti  generati da eventuale trattamento alternativo.

La RIRS, Retrograde Intra Renal Surgery, è una tecnica endoscopica con la quale si esegue una risalita delle vie escretrici renali , vescica uretere pelvi renale, con uno strumento rigido o flessibile con l’intento di un trattamento all’interno del rene. La RIRS rappresenta l’ultima frontiera dell’endo-urologia mediata dalla disponibilità di attrezzature mininvasive anche monouso ad elevata componente tecnologica.Tramite una sottilissima fibra ottica viene introdotta, mediante un canale dell’endoscopio.

Da questa fibra ottica viene trasmessa l'energia di un laser ad Olmio che polverizza il calcolo. La polvere e i minuti frammenti vengono naturalmente espulsi mediante le vie urinarie.

La perfetta tollerabilità e mini invasività permettono un rapido ricovero e una dimissione che avviene quasi sempre nelle 24 ore successive. E’ fondamentale per evitare complicazioni rivolgersi tempestivamente allo specialista che indicherà il percorso terapeutico più adatto allo specifico caso.

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