La cistite, assieme all’uretrite, è un’infezione delle basse vie urinarie (IVU) che colpisce più frequentemente il sesso femminile. E’ una flogosi (infiammazione) della mucosa vescicale.
Si tratta di una condizione molto frequente nelle donne in età fertile: secondo le Linee Guida SIU 2011, infatti, si stima che “il 25-35% delle donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni abbia manifestato almeno un episodio di cistite nel corso della sua vita e circa un quarto di queste svilupperà un’infezione ricorrente entro 6-12 mesi”. Le donne incinte, in particolare, rientrano tra le categorie a rischio.
La cistite conosciuta come vescica infiammata è una infiammazione acuta o cronica della parete vescicale, molto frequente nelle donne, ma non inusuale nell’uomo.
Cistite: le cause
Analizziamo quali sono le cause della cistite. La più conosciuta è provocata dalla colonizzazione verso la vescica di agenti patogeni di origine prevalentemente fecale, in minor misura vaginale o uretrale. L’esame delle urine evidenzia quasi sempre la presenza di agenti patogeni quali batteri Gram negativi, soprattutto Escherichia Coli.
Le infezioni delle vie urinarie conosciute in ambito specialistico con la sigla U.T.I., Urinary Tract Infections, rappresentano le più comuni forme di infezione batterica in ogni classe di età e vanno dalla comune cistite a quadri più gravi come le infezioni renali. Le infezioni delle vie urinarie si accompagnano nell'uomo a interessamento di organi dell'apparato genitale maschile, ovvero la prostata, con coinvolgimento dell'epididimo mono o bilaterale.
La cistite o infiammazione della vescica è generalmente sostenuta da germi che popolano l'ultimo tratto dell'intestino; in molti casi il batterio in questione è l'Escherichia coli. Questi microrganismi possono raggiungere la vescica dall'esterno attraverso l'uretra, dall'interno attraverso la propagazione da organi vicini, o ancora per via ematica. Più raramente può essere sostenuta da infezioni virali o fungine.
Esistono, però anche forme di cistite non associate a un'infezione batterica. È questo il caso della cistite interstiziale, un'infiammazione cronica della vescica dalle cause non ancora chiarite, probabilmente di origine multifattoriale; della cistite scatenata dai farmaci; della cistite associata a trattamenti con radiazioni; della cistite da sostanze chimiche.
Sintomi della cistite
Il sintomo più comune della cistite include uno stimolo persistente, frequente e urgente a urinare in piccole quantità (pollachiuria) ed una sensazione di bruciore più o meno intenso e persistente durante la minzione. A questi sintomi si possono aggiungere:
- la presenza di sangue nelle urine (ematuria);
- dolore o sensazione di pressione nell'area pelvica;
- urine opache con odore forte e tipico;
- febbre talvolta anche elevata.
Dalla vescica, inoltre, l'infezione può risalire ulteriormente al rene, e dare vita a una patologia conosciuta come pielonefrite acuta.
Infezione vie urinarie nell'uomo
Negli uomini un’infezione delle vie urinarie porta quasi sempre ad un interessamento della prostata (prostatite), con risentimento epididimario. In questo caso si associano sintomi come la febbre, dolore testicolare, senso di peso perineale, ovvero tra i testicoli e l’ano.
Il maschio ha di suo un meccanismo di difesa anatomico ed è dato dalla lunghezza dell'uretra, che rende più difficile ai batteri risalire fino alla vescica. Questa condizione rende più frequenti le cistiti nelle donne che possiedono anatomicamente una uretra cortissima. Il secondo meccanismo è la presenza del flusso urinario, che ciclicamente elimina meccanicamente i batteri qualora presenti nell'uretra, impedendone la proliferazione.
È praticamente impossibile che i comuni batteri saprofiti che causano le UTI riescano a replicarsi in maniera significativa fino a dare infezione, restando a livello dell'uretra. Le infezioni proprie dell'uretra, cioè le uretriti, sono dovute a batteri particolari, non normali ospiti del nostro tratto intestinale, ma veri patogeni a trasmissione sessuale come la Neisseria Gonorrheae (gonococco), Chlamydia, Mycoplasma.Cistite nella donna
Cistite nella donna
Tra le cause delle cistiti nella donna - o, meglio, fattori predisponenti la cistite - annoveriamo la brevità dell'uretra femminile che rende le donne particolarmente esposte alle cistiti. Altri fattori favorenti, quali l'aumento della carica batterica durante il ciclo mestruale e l'attività sessuale, possono favorire la retromigrazione in vescica dei batteri. Le cistiti che insorgono con questo meccanismo sono chiamate dalla letteratura “honey moon cystitis”.
La vescica è normalmente dotata di meccanismi di difesa naturali che risiedono nel rivestimento epiteliale delle vie urinarie, del tutto inospitale per i batteri. Uno strato di glicosaminoglicani, normalmente presente sul versante luminale delle cellule dell'urotelio, rende difficile l'adesione dei batteri, agendo in maniera sinergica con l'effetto del flusso diuretico.
Cistite cronica: i fattori di rischio
Nelle cistiti recidivanti i fattori di rischio più ricorrenti sono molti e diversi tra loro. Tra i più noti ricordiamo: la stitichezza, la menopausa, i rapporti sessuali frequenti, il diabete mellito, lo stress, il freddo, l’utilizzo di crema spermicida e/o di diaframma, che generano alterazioni dell’ecosistema vaginale; uso e abuso di antimicrobici, familiarità da parte di madre, distanza fra vagina e ano, nelle donne data la minor lunghezza dell’uretra e la maggior vicinanza di questa all’ano rispetto agli uomini.
Uno dei più importanti fattori favorenti le infezioni ricorrenti è la calcolosi urinaria. I calcoli possono ostruire la via escretrice a vari livelli, creando i presupposti per una stasi a monte, bloccando temporaneamente l’escrezione di urina da parte del rene del lato interessato. La colonizzazione da parte di batteri può indurre una infezione grave, se il blocco funzionale del rene non permette agli antibiotici di essere filtrati per raggiungere le urine infette. Inoltre i calcoli costituiscono un inesauribile serbatoio di agenti infettanti causa della recidiva e dunque della cronicità dell'infezione.
Tipologie di cistiti
Le cistiti sono classificate in base alla loro eziologia in: cistiti infettive e cistiti radioindotte. Le cistiti infettive sono le più conosciute e rappresentano il 90% di tutte le cause di cistite. In questo caso, i batteri normalmente presenti nella flora intestinale riescono a colonizzare le vie urinarie (Escherichia Coli), inducendo un quadro di infezione. Le cistiti radioindotte sono invece provocate da terapie antitumorali (radioterapia sul distretto pelvico).
La cistite può manifestarsi in qualsiasi momento della vita di un uomo o di una donna, anche se durante alcuni periodi di vita si riscontra con più facilità l’insorgenza di una cistite: infanzia, adolescenza, puerperio e menopausa o terza età nell’uomo.
I sintomi indotti dalla cistite si manifestano con la comparsa di peso o dolore alla vescica o meglio sovrapubico o perineale, aumento della frequenza minzionale associato o meno a urgenza, con talvolta incontinenza da urgenza, bruciore o dolore durante la minzione, senso di incompleto svuotamento e in casi più gravi ad ematuria ovvero sangue nelle urine.
Questi sintomi non sono tipici della cistite, pertanto solo un confronto con il medico può ragionevolmente attribuire i sintomi all’infiammazione della vescica ed escludere altre patologie.
In presenza dei sintomi della cistite è corretto prescrivere in prima battuta l'analisi delle urine e l'urinocoltura, per verificare la presenza di batteri e identificarli.
Esami di secondo livello, come ecografia e cistoscopia, vengono prescritti in base alla storia clinica del paziente al fine di escludere condizioni patologiche pre-esistenti che possono rendere la cistite una loro conseguenza. Puoi approfondire leggendo il mio articolo su cos'è la cistoscopia e come funziona.
Come curare la cistite
La domanda logica che ci si pone è come curare la cistite.
Il modo migliore è prevenire la cistite: bere molta acqua, integrata ad una corretta alimentazione che escluda cibi e bevande notoriamente irritanti. Inoltre è consigliabile regolarizzare l'intestino e assecondare lo stimolo alla minzione. È necessario evitare di trattenere l'urina per troppe ore, cosa che accade in caso di lavori particolari e svuotare completamente la vescica più volte al giorno.
L'utilizzo massiccio di antibiotici, soprattutto in ospedale, ha indotto una progressiva selezione di batteri sempre meno sensibili ai più noti antibiotici per uso orale. Il problema della selezione di ceppi resistenti si sta rendendo particolarmente evidente per le infezioni delle vie urinarie, difficili da eradicare in quanto sensibili a pochi antibiotici per uso endovenoso assai costosi e, a volte, somministrabili solo in ambiente ospedaliero in regime di degenza o di day hospital.
Nel caso della cistite batterica la durata del trattamento varia a seconda del tipo e della gravità dell'infezione e, nel caso del maschio, dell’eventuale prostatite concomitante, che prolunga di molto la necessità di assunzione farmacologica.
Il trattamento della cistite interstiziale è più complesso: necessita di una diagnosi accurata con esame istologico integrato e può prevedere l'utilizzo di farmaci assunti, oltre che per via orale, instillati in vescica, come l’acido ialuronico o la stimolazione di alcuni nervi al fine di ridurre il dolore o la frequenza della minzione come la stimolazione del nervo tibiale.
Nelle cistiti semplici di recente insorgenza spesso basta bere molto. I medici di medicina generale spesso ricorrono ad antibiotici efficienti, come la fosfomicina per via orale a dose singola, lasciando allo specialista ulteriori scelte terapeutiche.
I trattamenti antidolorifici o antispastici possono alleviare il sintomo, ma sono inutili ai fini della cura.
La terapia antibiotica, se necessaria, va usata su consiglio del medico urologo specialista, con le dosi e i tempi appropriati, pena l’insorgenza di resistenze dei batteri che rendono successivamente difficile e problematica la risoluzione del problema.
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