L’attività sessuale è una componente importante nella vita delle persone ed è una componente da cui pochi prescindono. Può capitare però negli uomini di avere un’attività sessuale minata da problemi di raggiungimento e mantenimento erettivo o avere un’assenza erettiva completa. Grazie alla chirurgia però si è in grado di intervenire e di risolvere questa disfunzione.
L'idea che l'erezione possa essere indotta da un sistema artificiale idraulico, innescato da una pompa di attivazione, che si trova nello scroto, può indurre personali riflessioni ma è un meccanismo che va incontro alle reali esigenze del paziente in grado, grazie all'erezione idraulica, di riprendere una vita sessuale attiva.
In caso di disfunzione erettiva non rispondente alle usuali terapie mediche o in seguito ad interventi chirurgici che possono indurre disfunzione erettiva completa, il ricorso a sistemi come l’impianto di protesi peniene, costituisce una soluzione efficace del problema.
Gli impianti protesici idraulici consistono in sistemi costituiti da due cilindri che vengono posizionati ciascuno in un corpo cavernoso e da un sistema idraulico a circuito chiuso, che permette di gonfiare e portare in pressione i cilindri stessi e che viene attivato agendo dall'esterno su una pompa posizionata nello scroto. In posizione di "riposo", i cilindri sono sgonfi ed il pene, pur rivelando al tatto la presenza dei cilindri stessi, assume una consistenza che si avvicina a quella dello stato di flaccidità. In condizioni di attivazione invece, il pene assume una rigidità “normale”.
L' intervento di impianto protesico in caso di disfunzione erettiva, non persegue altri scopi diversi che la correzione del deficit erettile. In particolare, non ci si deve attendere un incremento delle dimensioni del pene, nè un miglioramento del desiderio sessuale. La protesi peniena più diffusa ha 3 componenti, un reservoir, ovvero un pallone, che viene posizionato vicino alla vescica, due cilindri che si gonfiano con l'acqua e poi un piccolo meccanismo di attivazione denominato pompa, una specie di palloncino di 3 cm di diametro occultato nello scroto. Azionando questo meccanismo, l'acqua del reservoir riempie i cilindri, il pene si gonfia e va in erezione. Il posizionamento di un impianto protesico necessita di circa 30-40 minuti.
Il sistema di utilizzo è semplice sia per il paziente che per il partner. Basta schiacciare la pompa per ottenere l’erezione del pene ed è sufficiente premere la valvola di rilascio sopra la pompa per ottenere la detumescenza della protesi. Una pompa, se grande, risulta più morbida e rende l’attivazione semplice rispetto a un dispositivo bicomponente. Con il dispositivo gonfiabile tricomponente la rigidità del pene è maggiore rispetto a quella ottenibile con tutte le altre protesi in commercio, poiché la quantità di liquido trasferita ai cilindri è maggiore.
La protesi tricomponente è l’unica protesi che dà al pene un aspetto e una sensibilità naturali, sia nello stato di erezione che in quello di flaccidità. Molti pazienti riferiscono che il partner non si accorge nemmeno della presenza della protesi. La pompa di attivazione rimane occultata nello scroto e permette con facili e veloci manovre di avere un normale rapporto sessuale.
Esercita una pressione minore sui tessuti penieni rispetto agli altri dispositivi quando è disattivata, per cui è meno probabile che le strutture peniene vadano in contro ad atrofia da pressione. È completamente nascosta, tutti i componenti del dispositivo sono impiantati all’interno dell’organismo, non vi sono componenti esterne.
L’impianto protesico e le sue componenti allo stato attuale, disponendo di protesi peniene di ultima generazione, ad alta compliance e bassissimo rischio di complicanze, sono una scelta terapeutica insostituibile, in caso di disfunzione erettiva non rispondente alla terapia e permettono una ottima vita di relazione.
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