Andropausa è un termine usato di recente, che sta ad indicare il naturale esaurimento delle capacità riproduttive maschili in età avanzata. Questo neologismo fa chiaramente riferimento alla menopausa, anche se il suffisso "pausa" si adatta poco al declino delle capacità procreative dell'uomo.
Come e a quale età si manifesta l’andropausa
L’assetto ormonale di un individuo in andropausa si manifesta in maniera tutt'altro che drastica, o repentina. Nella donna la menopausa è un processo ben definito, una tappa cui si arriva prima o dopo in maniera chiara e inizia con la scomparsa del ciclo mestruale e si accompagna ad un rapido calo della produzione di estrogeni.
Nell’uomo si assiste ad una sindrome clinica, con decorso assai lungo, indotto dal lento calo dell'ormone maschile, il testosterone.
Il testosterone, nell’uomo con oltre 30 anni di età, cala progressivamente, favorendo l’insorgenza di malattie invalidanti, come diabete mellito, osteoporosi e malattie dell’apparato cardiovascolare. La manifestazione più comune è l’insorgenza di una predisposizione all’irritabilità che può sfociare in una sindrome depressiva.
Questa alterazione ormonale non è comune ad ogni maschio adulto, né si presenta in misura uguale per tutti. I segni clinici non sono chiari e ben identificati. Un uomo può manifestare parte della sintomatologia e può essere comunque in grado di avere rapporti sessuali e procreare, in quanto ancora fertile, anche se in età avanzata.
Ed è proprio per questo che il termine “andropausa” non è corretto. Si deve inquadrare questo particolare momento della vita parlando di parziale deficienza androgenica del maschio di età avanzata. L'andropausa, non è una malattia, ma un processo para fisiologico che si manifesta con estrema variabilità da individuo a individuo, assumendo peculiari caratteristiche.
Il fenomeno fisiologico e naturale dell'invecchiamento si accompagna ad un calo dei livelli sierici di testosterone. Un declino, lento e progressivo, che inizia progressivamente intorno ai 25/30 anni di età e si correla inversamente con il proprio indice di massa corporea. Tanto più si è in sovrappeso e tanto maggiori saranno le probabilità che l'andropausa giunga in età precoce. Il rischio diviene consistente dopo la sesta decade di vita in poi.
Gli ormoni sessuali maschili, dopo la pubertà, vengono prodotti dai testicoli mentre una quota di gran lunga inferiore, viene prodotta dal surrene e dal fegato. Gli ormoni in causa sono il diidroepiandrosterone, l’androstenedione e diidrotestosterone. L’ormone responsabile dello sviluppo dei caratteri sessuali maschili è il testosterone, che esplica la sua azione in età adulta. La sua azione peculiare è quella di stimolare la libido, la funzione sessuale, ed è imprescindibile per la crescita di tessuti come muscoli, adipe, cute, sottocute.
Quali sono i sintomi dell'andropausa
Vediamo ora cosa accade quando si verifica una riduzione dei valori di testosterone. Questa condizione può provocare un calo del desiderio nei confronti del partner, associata ad una riduzione dell’attività sessuale. Le erezioni calano progressivamente fino a giungere ad una disfunzione erettiva completa.
Si può notare anche una riduzione del volume dell’eiaculato, prodotto dalla ghiandola prostatica e intimamente connesso con le alterazioni endocrine. Dopo aver avuto un orgasmo eiaculatorio, il periodo refrattario tende ad aumentare, fino a raggiungere anche alcuni giorni. Altri sintomi correlabili all’andropausa sono l’incremento del peso corporeo con accumulo di adipe a livello dei fianchi, dell’addome e dei glutei.
Spesso si ha una riduzione della massa magra, con decremento della forza muscolare e contemporaneo aumento della massa grassa a localizzazione mesenteriale. Una delle più tipiche manifestazioni nel maschio ultrasessantenne è la comparsa della ginecomastia, ossia l’aumento di volume della ghiandola mammaria maschile, che produce una immagine di seno cadente, mentre contestualmente a livello testicolare si assiste ad una riduzione volumetrica dei testicoli che vanno incontro ad una marcata ipotrofia.
Contemporaneamente alle modificazioni somatiche di non poco conto, si associano importanti alterazioni metaboliche, con un aumento del rischio di fratture ossee, legato alla rarefazione della densità del calcio depositato nella matrice ossea, fino a quadri di grave osteoporosi. Non sono infrequenti turbe metaboliche del colesterolo HDL con aumento del colesterolo LDL e conseguente aumento di rischio cardiovascolare. L’uomo adulto, quando giunge ad un periodo di climaterio maschile, presenta disturbi dell’umore, dell’attenzione e dell’apprendimento, insonnia, astenia generalizzata, calo dell’autostima, fino a gravi quadri di depressione.
Come prevenirla
Se ci si trova di fronte ad un corteo di sintomi riconducibili ad una sindrome da deficienza androgenica, è opportuno rivolgersi al proprio andrologo di riferimento, per programmare le indagini utili ad un corretto iter terapeutico atto a risolvere i disturbi. L’andrologo, in base all’anamnesi ed a una visita andrologica, potrà valutare se ci si trova di fronte ad un quadro riconducibile ad “andropausa”. Potrà essere utile integrare la visita ad esami specifici come test ormonali, indagini strumentali, come l’eco color Doppler testicolare e/o penieno, la mineralometria ossea (MOC).
Dal punto di vista ematochimico, va senza dubbio indagato l’assetto ormonale per indagare la situazione ormonale, testosterone, gli ormoni ipofisari e la proteina che lo veicola nel sangue (SHBG). Alle indagini definite di primo livello, se necessario seguiranno indagini più mirate. Il ruolo dell’andrologo è quello di ricondurre il paziente ad una condizione di vita di qualità, normalizzando le alterazioni endocrine che portano al climaterio maschile, generando una sindrome multifattoriale di forte complessità
In caso di terapia sostitutiva ormonale per la prevenzione dei sintomi dell'andropausa, si raccomanda di sottoporsi periodicamente agli esami medici di routine per il controllo dell'integrità prostatica e dei valori di testosterone. Le terapie più accreditate possono far ricorso ad una terapia sostitutiva a base di testosterone, sotto attento controllo specialistico, Testovis, Androgel, testogel.
Il testosterone trova impiego nelle disfunzioni sessuali legate ad ipogonadismo, iposessualità, calo del desiderio sessuale, andropausa in genere, oltre che per controllare l’osteoporosi. Può essere consigliata la somministrazione di testosterone per via intramuscolare, da ripetersi ogni 10-14 giorni. Più di recente si fa ricorso a formulazioni sotto forma di cerotti transdermici a lento rilascio assai maneggevoli e di facile reperibilità. Il cerotto consente di riprodurre il normale ritmo circadiano di questo ormone, rendendo assai più semplice la modalità di somministrazione e garantendo un netto miglioramento della sintomatologia in breve tempo.
In caso si associ una disfunzione erettiva, dopo aver inquadrato il problema previo eco color doppler dinamico e monitoraggio ormonale, si può ricorrere all’ausilio di prodotti specifici.
La somministrazione di questi farmaci per il trattamento della disfunzione erettile, appartenenti alla classe degli inibitori della 5-fosfodiesterasi, è indicata per potenziare gli effetti dell’ossido nitrico, agente chimico naturale prodotto dall'organismo, che induce mio rilassamento favorendo un iper afflusso di sangue nei corpi cavernosi . Gli inibitori della 5-fosfodiesterasi sono i farmaci più utilizzati per la cura della disfunzione erettile.
Per prenotare una visita e valutare eventuali sintomi riconducibili ad Andropausa chiamami al Tel. 3358159508 - 06 54282073 o scrivimi alla mail antoninolagana@gmail.com.