Iperplasia Prostatica Benigna: come curare la prostata ingrossata

Iperplasia Prostatica Benigna: come curare la prostata ingrossata

Cos'è la prostata

iperplasia prostatica benignaLa prostata è una ghiandola dell'apparato genitale maschile formata anatomicamente da tessuto fibroso e muscolare. La principale funzione della prostata consiste nel produrre lo sperma, producendo una parte del liquido seminale rilasciato durante l'eiaculazione. Il liquido seminale mescolato agli spermatozoi costituisce lo sperma.

Uno dei problemi più comuni che colpisce la prostata è l’iperplasia prostatica benigna (IPB) , una delle malattie più diffuse nel sesso maschile, sempre più frequente negli uomini con l’avanzare dell’età, specialmente dopo i 40-50 anni. Cambiamenti causati dagli ormoni, tra cui il testosterone e soprattutto di idrotestosterone (un ormone associato al testosterone) sembrano essere le cause più frequenti. L’aumento del volume prostatico, lentamente progressivo negli anni, è legato all’aumento delle cellule che formano la ghiandola prostatica, questa comprime progressivamente l’uretra schiacciandola e blocca il flusso di urina (ostruzione urinaria). In un soggetto affetto da IPB, la vescica può non svuotarsi completamente creando infezioni ricorrenti e calcoli nella vescica e genera un flusso con una bassa pressione fino a costringere il paziente alla posizione seduta per non “bagnarsi le scarpe”. L’ostruzione prolungata può indebolire la vescica che tende a ingrandirsi e a sfiancarsi fino a indurre danni anche renali con l’istaurarsi di una insufficienza renale lentamente progressiva.

sintomi della prostata ingrossataQuali sono i sintomi della Prostata Ingrossata?

I sintomi da iperplasia prostatica benigna si manifestano quando la prostata si indurisce generando una perdita di elasticità, come avviene come complicanza nelle prostatiti ricorrenti o può, ingrossata, iniziare a ostacolare il flusso di urina. Gli urologi utilizzano l’espressione “sintomi del tratto urinario inferiore” o LUTS (lower urinary tract symptoms) per descrivere l’insieme di sintomi che l’IPB può causare.

In un primo tempo, i pazienti possono presentare difficoltà nella minzione. Successivamente può anche essere recepita come incompleto svuotamento, accompagnata a voglia di urinare nuovamente nel breve periodo. Il cattivo svuotamento porta il paziente a urinare con più frequenza (pollachiuria) anche 10-14 volte al dì, spesso di notte (nicturia), riducendo sensibilmente la qualità di vita personale e dei conviventi. Inoltre, lo stimolo a urinare diventa più urgente con una sensazione sgradevole di perdere urine nell’immediatezza (incontinenza da urgenza). Si può manifestare inoltre un gocciolamento di urina al termine della minzione.

Le complicanze dell’Iperplasia Prostatica Benigna

Il blocco urinario, conosciuto come ritenzione acuta di urine, rappresenta un evento drammatico assai doloroso che porta a rivolgersi al pronto soccorso. Questa spiacevole situazione può aumentare la pressione nella vescica e limitare il flusso di urina dai reni, sottoponendoli a uno stress non indifferente. Il più delle volte, vi è la necessità di posizionare un catetere a dimora per alcuni giorni e l’aumento della pressione può alterare la funzionalità renale, ma l’effetto è di solito transitorio, se l’ostruzione si risolve precocemente prevenendo danni renali.

L’ostruzione prolungata può portare alla sovradistensione della vescica e causare incontinenza da iper afflusso. Una eccessiva sovradistensione della vescica porta allo stress da distensione delle piccole vene nella vescica e nell’uretra che possono rompersi causando il passaggio di sangue in vescica quindi ematuria.

Quando l’esplorazione rivela la presenza di una prostata ingrossata, o quando il soggetto presenta sintomi di blocco dell’urina, il medico esegue un esame di urine per accertare l’assenza di infezione o sanguinamento. Dosare il tasso ematico dell’antigene prostatico specifico (PSA) è una prassi consolidata ma può risultare elevato sia in soggetti affetti da IPB voluminosa o complicata, che da pazienti affetti da cancro della prostata. Pertanto non risulta dirimente ma indicativo di qualcosa che non va. Non è infrequente che quadri di iperplasia prostatica si associno a infiammazione prostatica denominata prostatite. Le cause della prostatite vanno ricercate nelle abitudini alimentari . Abuso di alcol caffè, spezie come pepe e peperoncino possono indurre una infiammazione cronica. I sintomi della prostata infiammata sono riconducibili spesso ma in parte a quelli della iperplasia da cui si deve porre diagnosi differenziale.

Come diagnosticare l’iperplasia prostatica benigna

Il primo atto medico consiste nella semplice esplorazione rettale (palpazione della prostata attraverso il retto), che può evidenziare un marcato ingrossamento della ghiandola, un suo indurimento, presenza di noduli sospetti o di infiammazione. Questo è un esame molto soggettivo e dipende dall’esperienza dello specialista urologo. L’esplorazione rettale fornisce tuttavia preziose indicazioni da integrare con una ecografia sia sovra-pubica che trans-rettale. La valutazione del residuo post minzionale, cioè valutare se rimane urina in vescica dopo aver urinato, costituisce un ulteriore prezioso elemento, sintomo importante di una malattia avanzata.

Altro elemento da valutare è lo spessore delle pareti vescicali, che può aumentare in caso di severa ostruzione per lo sforzo esercitato dal muscolo vescicale e costituisce segno di ostruzione al deflusso urinario. L’ecografia inoltre consente di evidenziare patologie associate in una IPB trascurata, come diverticoli vescicali, calcoli, o sedimento nel serbatoio vescicale. L’uro-flussometria è forse l’esame più semplice e più utile in una iperplasia prostatica, perché evidenzia se tale patologia causa un’ostruzione o meno. Distingue perciò una iperplasia sintomatica significativa da quella non significativa, sulla dinamica della curva minzionale. Alcuni parametri come Qmax (velocità di flusso massima) sono usati unitamente ad alcuni algoritmi per verificare la risposta alle terapie mediche o chirurgiche nel tempo. Il PSA deve essere eseguito nei pazienti con IPB, per monitorare la velocità di crescita prostatica e al contempo per valutare se coesiste una componente maligna della patologia. È un esame del sangue, e pur non essendo un indicatore oncologico, ci indirizza verso indagini di secondo livello spesso utili per una diagnosi precoce. Un suo innalzamento richiede sempre un costante monitoraggio ed, eventualmente, esami più approfonditi. In caso di sospetto cancro della prostata, per contribuire a identificare un campione di tessuto adeguato per la biopsia della prostata, si può impiegare l’ecografia trans-rettale. Negli uomini che presentano livelli elevati o crescenti di PSA, per favorire la diagnosi e il trattamento dell’IPB si può integrare la diagnostica ecografica con una nuova tecnologia definita RMN multi-parametrica ed eventuale biopsia a fusione di immagini (biopsia prostatica fusion).

come curare la prostata ingrossataCome curare la prostata ingrossata

Il più delle volte non è necessario alcun trattamento, a meno che l’iperplasia prostatica benigna non determini sintomi o complicanze come infezioni delle vie urinarie ricorrenti, febbri uro settiche, alterata funzionalità renale, calcoli o ritenzione urinaria.

Farmaci per la cura della prostatite

In caso di prostatite i rimedi sono una accurata dieta e far ricorso a presidi topici come cortisonici o acido ialuronico, questo da solo o in associazione ad integratori specifici ad azione antiproliferativa e antiedemigena.

In caso di prostatite cronica ricorrente si rivela molto utile un approccio con terapie fisiche come le onde d’urto. La terapia con onde d’urto a bassa intensità non è invasiva, applicata al trattamento delle prostatiti croniche induce un aumento della vascolarizzazione, un incremento dei segnali antinfiammatori, una interruzione degli impulsi nervosi dolorifici ed una riduzione del tono muscolare passivo. Studi scientifici di recente pubblicazione (Guu SJ, 2018) dimostrano che il 76% dei pazienti con prostatite cronica non responsiva alle usuali terapie a 4 settimane dalla terapia con onde d’urto a bassa intensità ha avuto un beneficio nell’80%.

Il ricorso alle opzioni farmacologiche come bloccanti alfa-adrenergici (terazosina, doxazosina, tamsulosina, alfuzosina o silodosina) permettono una notevole riduzione della sintomatologia inducendo il rilassamento di alcuni muscoli del collo della vescica ove sono situati recettori specifici e possono migliorare il flusso urinario. Altri farmaci (la finasteride e la dutasteride) bloccano gli effetti degli ormoni maschili responsabili della crescita della prostata, riducendone il volume e quindi riducendo il rischio di complicanze. Alcuni pazienti possono avere la necessità di un trattamento combinato con un bloccante alfa-adrenergico in aggiunta alla finasteride o alla dutasteride.

Intervento chirurgico

In caso di inefficacia della terapia farmacologica, si può pensare a un intervento chirurgico. La chirurgia permette la riduzione dei sintomi normalmente duratura per tutto il periodo di vita. La tecnica chirurgica più comune è la resezione transuretrale della prostata (TURP), ovvero si inserisce un endoscopio (strumento a fibre ottiche) attraverso l’uretra e si seziona la prostata in sottili sfoglie eliminate dall’uretra peniena. Un elettrobisturi collegato a un endoscopio viene utilizzato per asportare quello che comunemente si chiama adenoma prostatico. La TURP non richiede un’incisione della pelle. Il decorso post operatorio medio richiede tre giorni e raramente emotrasfusione. Nel post operatorio verrà posizionato un catetere e dei lavaggi che verranno rimossi in terza giornata. La TURP può comportare complicanze, tra le più frequenti l’infezione e il sanguinamento. La procedura può anche causare disturbi erettivi. La frequenza con cui si verifica la disfunzione erettile è sconosciuta. Alcuni studi ritengono che fino al 25% degli uomini, sottoposti alla TURP, lamenti la disfunzione erettile, ma le percentuali della maggior parte delle stime sono inferiori (5 - 10%). Dopo la TURP, alcuni pazienti possono avere una eiaculazione retrograda.

Trattamenti alternativi

  • Onde di radiofrequenza (vaporizzazione a radiofrequenza) procedura di termo terapia ad alta energia. In questo sistema una corrente di radiofrequenza monopolare a bassa frequenza comporta una necrosi coagulativa per riscaldamento.
  • Trattamento ambulatoriale disostruttivo con precise indicazioni.
  • Laser terapia interstiziale, un innovativo trattamento ambulatoriale che riduce il volume prostatico del 30-40 % consentendo un soddisfacente recupero della regolare minzione.

Come curare l'iperplasia prostatica benigna: il trattamento innovativo Rezum

Il REZUM TERMOTERAPIA è un trattamento innovativo utile nel trattamento della iperplasia prostatica benigna. Questa nuova metodica, non invasiva, è stata sviluppata negli Stati Uniti con l’intenzione di curare piccole lesioni tumorali situate all’interno della ghiandola prostatica. Solo in un secondo momento si diffuse in America e successivamente nel nord Europa, come utile trattamento alternativo, nei casi di iperplasia prostatica benigna selezionata.

La metodica consiste nell’iniettare all’interno della ghiandola prostatica del vapore nebulizzato, che viene introdotto con una particolare sonda monouso, sotto visione all’interno del tratto uretrale prostatico. L’effetto terapeutico non è immediato, solo dopo qualche settimana dal trattamento la ghiandola inizia a diminuire di volume e i classici sintomi di tipo ostruttivo tipici dell’iperplasia prostatica benigna, come la difficoltà ad urinare, cominciano a diminuire sensibilmente. Normalmente il Rezum riesce a ridurre il volume prostatico di circa il 40%.

Per una stabilizzazione e per ottenere risultati definitivi, si devono attendere almeno tre mesi. Il trattamento richiede pochi minuti in regime di ambulatorio o Day-hospital. Non vi è la necessità di anestesia generale, ma è sufficiente solo una blanda sedazione, non vi sono incisioni di tipo chirurgico. È una tecnica che può essere usata nella totalità dei pazienti, specie quelli a rischio, con cardiopatia o che assumono farmaci anticoagulanti e quindi con rischio di sanguinamenti o di complicazioni qualora sottoposti alle usuali procedure chirurgiche che necessitano di anestesia generale. Di regola non ci sono neanche alterazioni di tipo sessuale, come l’eiaculazione retrograda o la disfunzione erettiva, proprio per la selettività del trattamento che agisce solo a livello locale e non porta irraggiamento termico e quindi lesioni delle strutture nervose periferiche.

Come riportato dalle linee guida europee in urologia, è la metodica che più di qualsiasi altra consente di preservare sia la funzionalità erettiva che quella eiaculatoria. Le indicazioni al trattamento con Rezum sono per pazienti preferibilmente con prostata di medio piccolo volume, che non sono affetti da sintomatologia estremamente grave o con infiammazione delle basse vie urinarie. Altra indicazione è in tutti coloro che non vogliono assumere la terapia medica per gli effetti collaterali o per chi non può assumere compresse come gli alfa litici, che notoriamente possono indurre abbassamento pressorio fino ad episodi sincopali oltre che indurre eiaculazione retrograda. Altra indicazione è in tutti quei pazienti con ritenzione acuta di urine, portatori di catetere vescicale a permanenza in attesa di trattamento chirurgico. Il trattamento con Rezum risulta di alta tollerabilità ed espone a bassissime complicazioni prevalentemente di tipo irritativo, che regrediscono rapidamente nel breve medio periodo ed è negli anni eventualmente ripetibile.

  • Ultrasuoni (ultrasuoni focalizzati ad alta intensità; non approvati negli Stati Uniti per il trattamento dell’IPB)
  • Vaporizzazione elettrica (elettrovaporizzazione transuretrale)
  • GREEN LIGHT Laser (laserterapia) con luce verde per il trattamento in day surgery o con una notte di ricovero sembra attualmente essere il gold standard perché di facile esecuzione in assenza di perdite ematiche, proponibile anche in pazienti complessi che assumono anticoagulanti.

Per identificare la sintomaticità di una prostata ingrossata è importante rivolgersi a un Medico Specialista Urologo, in grado di stabilire la giusta terapia. Ricordiamo, tuttavia, che alcune malattie possono essere identificate anche sul nascere, attraverso una visita di prevenzione Andrologica-Urologica, in particolare in determinati periodi della vita: durante l'infanzia, nel periodo puberale, in età adulta e in età avanzata.

Per ricevere maggiori informazioni o prenotare una visita andrologica e urologica a Roma chiamami al 3358159508 - 06 54282073 o scrivi una email a antoninolagana@gmail.com o prenota online la tua visita di prevenzione urologica di controllo.

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