Disfunzione erettile: rimedi e terapie non chirurgiche
La psicoterapia rappresenta il metodo di scelta in caso di presenza di fattori psicologici, ma il ricorso alla terapia farmacologica è possibile anche in questa situazione. La terapia endocrina è indicata in caso di alterazioni del metabolismo endocrino teso alla normalizzazione dei livelli di testosterone nei casi di ipogonadismo e alla riduzione dei livelli di prolattina in caso di iperprolattinemia.
I principali farmaci per la disfunzione erettile sono i cosiddetti inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (Viagra, Cialis, Levitra), che inducono vasodilatazione a livello del pene. Tali farmaci devono essere prescritti con molta attenzione per prevenire eventuali effetti collaterali e/o evidenziare eventuali cardiopatie misconosciute che rappresentano, una controindicazione relativa o assoluta, all’assunzione di tali farmaci.
La farmacoterapia intracavernosa (FIC), invece, consiste nell’iniezione diretta nei corpi cavernosi di farmaci vasoattivi, come le prostaglandine, che inducono una erezione farmacologica, indipendentemente dallo stimolo erogeno. L’effetto collaterale più pericoloso di questa terapia è il priapismo (erezione prolungata e dolorosa), che richiede l’intervento medico di urgenza per evitare danni alle strutture dei corpi cavernosi.
Un altro rimedio piuttosto diffuso è il vacuum device (dispositivo che crea il vuoto). Si tratta di un cilindro di plastica che viene posizionato attorno al pene e premuto contro il pube, connesso ad un aspiratore manuale o elettrico che, creando il vuoto all’interno del cilindro, provoca l’afflusso di sangue al pene per pressione negativa (suzione).
Raggiunta l’erezione, un anello elastico viene applicato alla base del pene per impedire il deflusso di sangue e mantenere l’erezione. Tale dispositivo deve essere rimosso non oltre i 30 minuti per evitare lesioni al pene ed induce una erezione artificiale, indipendente dagli stimoli erogeni.