Cause dell’orchite
L’orchiepididimite è un’infiammazione dolorosa sia dell’epididimo che dei testicoli. Epididimite e orchiepididimite sono di solito dovute a un’infezione batterica. Può essere causata da un intervento chirurgico alla prostata, all’uretra o alla vescica, dall’inserimento di un catetere nella vescica o dalla diffusione di un’infezione localizzata in un altro punto delle vie escretrici. La trasmissione sessuale costituisce un’altra opportunità di infezione. In rari casi, la patologia è dovuta all’infezione causata da particolari virus o funghi.
Non sempre coesiste una infezione. In questi casi, i medici specialisti ritengono che l’epididimo sia infiammato a causa del flusso urinario invertito nell’epididimo, per lo più dovuto a sforzi come quando si sollevano oggetti molto pesanti.
Le cause più frequenti di orchite sono di natura batterica o virale.
Orchite batterica
L’orchite batterica inizia usualmente da un’infiammazione dell’epididimo, una piccola struttura posta al di sopra del testicolo, un dotto a spirale sul lato superiore del testicolo, che fornisce lo spazio e l’ambiente di maturazione dello sperma e che raccoglie gli spermatozoi, creando una epididimite. La diffusione dell’infezione avviene con estrema facilità poiché l’epididimo è collegato al testicolo mediante dei condotti microscopici che si prolungano sino al dotto deferente: si crea quindi una flogosi estesa, denominata orchi epididimite. Il motivo scatenante può conseguire ad una infezione che si sviluppa a carico dell’uretra o della vescica e per condizioni di alta pressione all’interno di questa parte anatomica maschile e può far refluire germi patogeni nel dotto deferente e di conseguenza anche nell’epididimo. L’età in cui si manifesta con più frequenza va dai 18 ai 45 anni.
Nelle persone anziane affette da disturbi prostatici il cateterismo vescicale o la necessità di ricorrere a interventi chirurgici endoscopici a carico dell’uretra, della prostata o della vescica può provocare questa tipologia di malattia.
Orchite virale
Ci si trova invece in presenza di orchite virale quando viene posta diagnosi parotite, malattia più comunemente conosciuta con il nome di orecchioni per la deformità che induce in quella sede. In circa il 30-35% di pazienti affetti da parotite si può associare come complicazione una orchite entro la prima settimana dall’inizio della malattia. Elementi o situazioni facilitanti o predisponenti la parotite sono soggetti di età maggiore di quarant’anni e persone che hanno infezioni ricorrenti dell’apparato urinario. In caso di recente intervento chirurgico a carico dell’apparato urinario il rischio di orchiepididimite aumenta, così pure in soggetti non vaccinati per gli orecchioni, oppure se si hanno rapporti non protetti o in caso di partner affette da una malattia sessualmente trasmissibile.
Quali sono i sintomi dell’orchite?
La sintomatologia è variabile: si possono avere tracce di sangue nello sperma - denominata emospermia - tumefazione e dolorabilità dell’area interessata scrotale, liquido intorno ai testicoli - ossia un idrocele reattivo – febbre, talvolta anche alta. Frequentemente si riscontrano delle perdite dall’uretra di colore variabile giallo verdastre, che possono anche far ipotizzare la diagnosi di natura, dolore di intensità variabile a carico del testicolo, mentre sempre presente è una tumefazione evidente a carico della coda epididimaria o di tutto il testicolo.
La sintomatologia dolorosa improvvisa e ingravescente porta con urgenza il paziente alla visita specialistica o al pronto soccorso e questo quando la malattia è già avanzata.
Gli esiti di una orchiepididimite sono molto rari, infatti il più delle volte regredisce completamente senza lasciare complicazioni ed è per questo che bisogna agire tempestivamente ed impostare una idonea terapia nei tempi opportuni, pena la possibile atrofia testicolare.
Altre volte, in caso di ritardo terapeutico, può esitare in diminuzione significativa della quantità e della qualità del liquido seminale. Raramente, e solo se bilaterale, residua una sterilità completa, ossia una azoospermia.
Casi gravi con ritardo diagnostico e non curati possono evolvere in ascessi testicolari, che producono secrezioni purulente fistolizzandosi dallo scroto, ed esitare - se vi è un interessamento di entrambi i testicoli - in atrofia testicolare bilaterale.
Diagnosi
La diagnosi necessita di una attenta anamnesi, per individuare il rischio di malattie sessualmente trasmissibili o il rischio di un contagio da parotite epidemica. A questo deve seguire un esame obiettivo e meticoloso per individuare la presenza o meno di linfonodi reattivi a livello della regione inguinale, la presenza di eventuali secrezioni e il loro colore.
Mediante l’esame dei genitali esterni andrà individuata l’eventuale presenza di una tumefazione al livello testicolare e la sua grandezza, che andrà monitorata nel tempo tramite visita medica ed esame ecografico. Andrà inoltre verificata l’epoca e la rapidità di comparsa, per formulare una diagnosi differenziale con altre patologie espansive anche tumorali.
È importante contemplare una diagnostica tempestiva, integrando alla visita un tampone uretrale per germi comuni e chlamydia trachomatis e una coltura delle urine e dello sperma, associando indagini di imaging di primo livello come un eco-color-doppler testicolare, necessario per porre diagnosi differenziale con altre patologie e per valutare evolutivamente la malattia.
Come si cura l’orchite?
Una volta definita con certezza la diagnosi, il riposo a letto è una precauzione indispensabile. Nei giorni seguenti, l’uso precauzionale di un sospensorio può aiutare la ripresa della vita di relazione, mentre associare alla terapia antibiotica degli antiinfiammatori non steroidei e analgesici, con il supporto di impacchi freddi sullo scroto, può aiutare ad alleviare la sintomatologia dolorosa e aiutare un pronto recupero.
È utile, per prevenire le complicazioni, vaccinarsi contro la parotite, rispettare l’igiene e le abitudini di vita, privilegiare il rapporto con un solo partner e, in caso in cui si abbiano più partner, ridurre il rischio delle malattie sessualmente trasmesse con l’uso del profilattico, che permette di ridurre drasticamente il rischio di contagio per via sessuale delle malattie veneree.
La diagnosi va posta con la torsione del testicolo, evento patologico acuto ad insorgenza improvvisa, che necessita di una diagnosi immediata e un trattamento entro poche ore dall’insorgenza della sintomatologia, per prevenire danni irreparabili al testicolo. Tumefazioni testicolari dolenti vanno differenziate dalle neoplasie testicolari a rapido accrescimento, perché queste ultime, invece, necessitano di un trattamento chirurgico tempestivo.
Ogni qualvolta si avverte un dolore testicolare o ci si rende coscienti della comparsa di una tumefazione testicolare, bisogna rivolgersi allo specialista andrologo, per porre una precoce diagnosi ed evitare la comparsa di complicazioni anche serie iniziando una terapia idonea, il più presto possibile.
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