Il pene, organo sessuale maschile, fa parte del sistema urinario dell’uomo. È un organo la cui funzione erettile è sostenuta da diversi tipi di tessuti, integrata da complessi meccanismi, mediati da nervi e vasi sanguigni. All’interno del pene si trovano due particolari strutture anatomiche denominate “corpi cavernosi” unitamente a un terzo profilo anatomico, ovvero il corpo spongioso. Le due camere di riempimento si avvalgono di un sistema vascolare assai complesso e integrato, costituito da vasi sanguigni arteriosi e venosi, responsabili del fenomeno dell’erezione. Facendo seguito ad impulsi centrali, ovvero mediati dal cervello e da parte del sistema nervoso, il sangue per iperafflusso si concentra nei corpi cavernosi, provocando prima un turgore e poi una rigidità totale tramite la vasodilatazione arteriosa e la attivazione di un sistema di valvole deputate al contenimento del deflusso venoso. Dopo l’eiaculazione, il sangue defluisce dal pene e questo riprende il suo aspetto a riposo. Tutte le cellule che fanno parte della struttura anatomica peniena, come in tutti i distretti corporei, possono degenerare e dare origine ad una neoplasia, sia benigna che maligna, la cui incidenza è comunque assai rara statisticamente.
Il tumore del pene
Il tumore del pene più frequente è il carcinoma squamo cellulare del pene. Colpisce all’incirca 1 maschio su 100.000 abitanti in Europa. La sua incidenza già bassa, cala drasticamente nei paesi in cui, per motivi vari, si pratica la circoncisione, come accade per gli ebrei per motivi religiosi, negli Stati Uniti per motivi socioculturali, in africa e in molte regioni musulmane per motivazioni varie. L'età media di insorgenza del tumore al pene è 65 anni nei Paesi sviluppati, 50 nei Paesi meno sviluppati.
Cause tumore del pene
Importante analizzare le principali cause del tumore del pene. Come per altre neoplasie, gli agenti tossici o virali possono avere un ruolo predisponente. In questa ottica l'infezione da HPV (Human Papilloma Virus), rappresenta la causa più frequente. Malattia che si può contrarre per contatto sessuale fra genitali, cavo orale e canale anale. In circa il 35% dei maschi con tumore del pene è associata l’infezione da HPV, un virus come dire oncogeno, già relazionato ad altri tipi di tumore, come quello della cervice uterina, della vulva, dell'ano, del cavo orale e della gola. Il rischio aumenta notevolmente nei rapporti non protetti, ma soprattutto quando si ha un numero elevato di partner. Vista la rischiosità, il ministero della salute ha proposto gratuitamente la vaccinazione contro il papilloma virus nelle ragazze e nei ragazzi nel dodicesimo anno di età. La pratica della circoncisione neonatale, come detto in precedenza, riduce la trasmissione dell’HPV e quindi l'incidenza delle neoplasie del pene e del collo dell’utero.
Altri fattori di rischio per il tumore del pene sono la fimosi, cioè il restringimento della cute del prepuzio, che non permettendo una idonea pulizia, produce una costante flogosi cronica e può nel tempo essere un cofattore determinante nell’insorgenza della neoplasia.
L'età avanzata, condizioni infiammatorie croniche come il lichen sclero atrofico, il trattamento con raggi ultravioletti, talvolta consigliato per la cura di psoriasi o altre patologie, sono ulteriori fattori oncogenetici.
Come prevenire il tumore al pene
Per ridurre il rischio di andare incontro a un tumore del pene, è importante una buona igiene degli organi genitali ed evitare i fattori di rischio noti. I comportamenti sessuali che aumentano il rischio di contrarre infezioni da HPV e i rapporti non protetti sono elementi di alto rischio.
La circoncisione riduce da 3 a 5 volte l'incidenza del tumore del pene, se eseguita in età pediatrica, mentre non ha effetti protettivi dopo i 20-30 anni.
Il tumore del pene più diffuso, pur nella sua rarità, è il carcinoma squamo cellulare e costituisce la quasi totalità dei tumori del pene. Origina dal rivestimento epidermico del glande e dalla porzione interna del prepuzio. Il carcinoma baso cellulare, il melanoma e il sarcoma, sono altri tumori ancora più rari.
Tumore al pene, i sintomi
Uno dei primi sintomi del tumore al pene è una alterazione della pelle del prepuzio, questa cambia progressivamente colore e si presenta più spessa in aree circoscritte.
Piccole ulcerazioni o formazioni nodulari sul pene, più o meno dolorose, si presentano con relativa frequenza, talvolta accompagnate dalla produzione di una secrezione maleodorante.
Anche il glande può essere coinvolto, con associazione di una linfadenopatia inguinale, segno prognostico non favorevole.
Questi sintomi non sono predittivi per una diagnosi certa di tumore del pene. Gli stessi sintomi potrebbero essere causati da patologie benigne. Quando si assiste ad una alterazione come sopra descritto, è importante rivolgersi sempre al medico urologo o andrologo rapidamente.
La diagnosi
La diagnosi del tumore del pene necessita di una visita specialistica. Una corretta anamnesi sui sintomi e sulla storia familiare del paziente e la contemporanea ispezione dei genitali evidenzia subito la possibile presenza di segni del tumore o di altre patologie di tipo flogistico. Se si ha un concreto sospetto, si procede con una biopsia e lo si analizza con l’aiuto di un isto patologo. In questo modo si giunge ad una diagnosi certa di tumore.
In caso di diagnosi di tumore del pene è importante una stadiazione della malattia. Verranno successivamente eseguiti risonanza magnetica del pene, ecografia inguinale con eventuale ago-biopsia dei linfonodi, tomografia computerizzata, tomografia a emissione di positroni (PET).
Come per molte altre neoplasie, anche il carcinoma squamo cellulare del pene va stadiato e classificato con un sistema denominato TNM, assegnando uno stadio al tumore, cioè bisogna capire quanto è diffuso nell’organismo, tenendo conto dell'estensione locale della malattia (T), dell’interessamento dei linfonodi (N) e della presenza di lesioni neoplastiche ripetitive a distanza definite metastasi (M). Un altro parametro importante per conoscere il tumore e la sua aggressività è il grado, ovvero la misura di quanto le cellule tumorali risultano anomale rispetto a quelle sane.
Terapia tumore del pene
Il tumore del pene è curabile, se diagnosticato nelle sue fasi precoci. La terapia del tumore del pene impone una scelta di un particolare trattamento e questo dipende dal tipo istologico, dalla localizzazione anatomica e dalla sua estensione.
Il trattamento chirurgico è la scelta terapeutica indispensabile e anche la più utilizzata. Esistono diverse tecniche in relazione alle caratteristiche anatomiche e istologiche della neoplasia.
Nei casi di tumore superficiale non invasivo, si può rivelare utile la terapia laser mirata e localizzata. L’ablazione laser è sufficiente e indicata in caso di forme neoplastiche superficiali.
Se il tumore non è ben localizzato si deve ricorrere alla circoncisione, se si tratta di lesioni tumorali confinate al prepuzio.
Se il tumore ha già invaso l'organo in profondità, è necessario procedere con interventi demolitivi più impattanti, come l'asportazione parziale e ricostruzioni del glande o, nei casi più gravi, l'asportazione totale del pene. In questi casi la chirurgia serve anche a rimuovere i linfonodi inguinali a scopo diagnostico, ma anche per limitare la diffusione di cellule cancerose. In questi casi il paziente dovrà sicuramente proseguire un programma di prevenzione per scongiurare la ripresa di malattia, avvalendosi di radio e chemio terapia. La radioterapia, sotto forma di raggi o mediante piccoli "semi" radioattivi posizionati all'interno del tumore (brachiterapia), risulta abbastanza tollerata. Per i pazienti con metastasi a distanza, la chemioterapia sistemica rappresenta l’unica opzione di trattamento.
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