Cos'è il Tumore alla Vescica
Il tumore della vescica deriva dalla trasformazione in senso maligno delle cellule di rivestimento della superficie interna della vescica , organo che raccoglie l'urina formata nei reni, prima di essere eliminata dal corpo.
Il tumore vescicale è un tumore maligno frequente (in ambito urologico, i casi di tumore alla vescica sono in seconda posizione rispetto alle casistiche di tumore alla prostata) nell’uomo adulto, soprattutto in tarda età, tra i 60 e i 70 anni. Origina usualmente dalle cosiddette "cellule transizionali", ossia le cellule della vescica che ricoprono la parete muscolare. La neoplasia si sviluppa quando alcune cellule della parete vescicale, non funzionano più in modo corretto e cominciano a crescere in maniera autonoma, anomala e disordinata nonché a dividersi in maniera incontrollata, arrivando a formare la neoplasia vescicale.
Tipologie di Tumori alla vescica
Esistono vari tipi istologici di cancro della vescica. Il più frequente, 95 per cento dei casi. è il carcinoma vescicale a cellule di transizione; meno frequente è il carcinoma della vescica squamoso primitivo, che colpisce le cellule squamose e viene messo in relazione a infezioni ricorrenti da parassiti. Estremamente raro risulta essere, invece, l’adenocarcinoma, che si sviluppa dalla porzione ghiandolare presente nella vescica.
I Fattori di rischio del tumore alla vescica
La neoplasia della vescica è una patologia trasversale che interessa sia il sesso maschile che femminile, con un’incidenza elevata nei pazienti con un’età compresa dai 60 ai 70 anni.
Stando alla curva epidemiologica, sono in crescita, sia pur lentamente, le diagnosi di neoplasia vescicale nelle donne. Nel 2020 , in Italia, sono stati registrati circa 26.000 casi di neoplasia vescicale , 20.000 negli uomini e 6.000 nelle donne. Secondo i dati del Registro Tumori, la neoplasia vescicale è nell’85% superficiale, mentre nel 15% interessa i tessuti muscolari definita come muscolo invasiva a prognosi decisamente peggiore. I fattori di rischio più comuni per i tumori alla vescica sono: l’età superiore ai quarant’anni; le origini (l’uomo di razza caucasica può essere più colpito rispetto ad altre razze); il fumo, che aumenta significativamente l’incidenza nonché il rischio di progressione della malattia. Oltre al fumo, come rischio è stata individuata anche l’alimentazione non corretta, molto ricca di fritture e di grassi, ad esempio. Un elevato rischio vi è anche nei lavoratori tessili, che usano coloranti a base di anilina, nella lavorazione della gomma o del cuoio, che contengono sostanze molto pericolose come le amine aromatiche e le nitrosamine. Non è prevista alcuna prevenzione se non quella di evitare i fattori predisponenti, ossia l’esposizione ai suddetti fattori di rischio.
Sintomi tumore alla vescica e diagnosi
La sintomatologia più frequente nel tumore della vescica, è la presenza di ematuria, ossia di sangue nelle urine. Il sangue nelle urine può presentarsi in maniera episodica, tanto da non destare allarme nel paziente, riferito più spesso ad una cistite e quindi trascurato, per poi ripresentarsi anche in associazione a uso di anticoagulanti che facilitano il sanguinamento del tumore stesso. Altri sintomi che si associano alla ematuria sono: le cistiti ricorrenti e la difficoltà ad urinare; più raramente l’idronefrosi, ossia la dilatazione del rene dovuta all’ostruzione meccanica del tumore, che ostruisce la via escretrice quando si sviluppa in prossimità dell’ostio ureterale.
L’esame più diffuso per una diagnosi precoce di cancro alla vescica è l’ecografia dell’apparato urinario. All'ecografia va, inoltre, associata una citologia urinaria ed eventualmente una cistoscopia. Quest'ultimo, è un esame endoscopico visivo e diretto della vescica, realizzato con uno strumento ottico rigido o con strumenti flessibili con telecamera digitale, che sono estremamente compliant, molto meno traumatici soprattutto nell’uomo e offrono immagini di altissima qualità. Puoi approfondire leggendo il mio articolo su come si effettua la cistoscopia e a cosa serve. A completamento della diagnosi e in particolar modo per le masse a sviluppo vescicale più imponenti, è indispensabile eseguire una uro tac o una PET tac, ossia una tomografia ad emissione di positroni, che, attraverso il deposito di un radiofarmaco nelle lesioni neoplastiche, permette lo studio e l'individuazione delle masse tumorali e/o di eventuali lesioni ripetitive.
Terapie del tumore alla vescica
La terapia dei cancro vescicale richiede un trattamento integrato, che prevede: in primo luogo, un approccio chirurgico per via endoscopica, con esame istologico e stadiazione della neoplasia; in secondo tempo, eventualmente, un trattamento chirurgico. La TURV, ossia resezione endoscopica della vescica, viene realizzata con apparecchi mininvasivi, che permettono la resezione della massa neoplastica. A questa può seguire, in relazione all’esito dell’esame istologico, un trattamento integrato con instillazioni endo vescicale di farmaci chemioterapici. Una volta ottenuta la diagnosi istologica, si valuta se il trattamento è sufficiente a dominare il decorso della malattia o se, a integrazione, sia necessario realizzare un’asportazione completa della vescica. I tumori superficiali, che vengono classificati pT1, sono tumori che si avvalgono del trattamento endoscopico e hanno la tendenza a recidivare nel 35-37% dei casi; nel caso di tumori definiti muscolo-invasivi e classificati pT2 o superiore, il trattamento risulta essere esclusivamente chirurgico, con asportazione completa della vescica ed eventuale ricostruzione di una nuova vescica, con anse intestinali, denominata neovescica, cui può seguire una chemio o radio terapia.
Secondo il Registro Tumori, nel 2017 nel Lazio si riscontrano circa 3.000 casi di tumori vescicali, mentre le aspettative di vita dei soggetti con tumore alla vescica sono di circa 5 anni, benché questa tipologia di tumore faccia registrare una alta percentuale di recidività, anche a distanza di diverso tempo. Dati i numeri del contesto, dunque, è necessario contattare il medico all'insorgere dei primi sintomi che mostrano un'alterazione delle abitudini minzionali, ossia: in caso di infiammazione cronica della vescica; quando insorge una calcolosi vescicale; in presenza di infezioni croniche del tratto urinario, se si nota una lentezza inusuale del flusso urinario o in presenza dolori lombari o di spasmi dolorosi. Questi sintomi vanno rigorosamente indagati, in modo da permettere una diagnosi precoce.
Per prenotare una visita di prevenzione urologica di controllo o una visita andrologica e urologica a Roma, di seguito i miei contatti